L’ assegno divorzile è un contributo economico che il Tribunale prevede a carico di uno dei due coniugi con la pronuncia di divorzio. Non deve essere confuso con l’assegno di mantenimento che può essere riconosciuto al coniuge in sede di separazione.
L’assegno divorzile può essere previsto dal Tribunale a favore della moglie o del marito, dopo la separazione, quando decidono di divorziare e uno dei due non ha mezzi adeguati per vivere e per mantenersi.
Questo contributo viene previsto a favore del coniuge “debole”, quello meno economicamente autosufficiente, indifferentemente che sia il marito o la moglie.
La nascita dell’assegno divorzile
Storicamente l’assegno divorzile è sempre stato riconosciuto a favore della moglie, perché nel passato in molte famiglie il marito lavorava mentre la moglie si occupava della gestione domestica della casa e della crescita dei figli. Quindi, la moglie “sacrificava” la sua carriera e la possibilità di essere economicamente indipendente a favore del marito.
Quando poi accadeva che la coppia litigava e decideva di separarsi e di divorziare, la moglie non aveva i mezzi economici per vivere, non avendo potuto avere un’occupazione e quindi molto spesso il Tribunale prevedeva un assegno a favore esclusivamente della moglie.
La situazione attuale
Questo schema familiare negli anni si è modificato e i Tribunali si sono adeguati riconoscendo, alle volte, il diritto all’assegno divorziale anche a favore del marito.
Hanno infatti previsto dei presupposti per verificare se chi ne fa richiesta ne ha diritto e valuta se sussistono:
- diverse condizioni economiche dei coniugi;
- le scelte comuni dei coniugi durante il matrimonio, verificando se chi chiede l’assegno ha sacrificato le proprie aspettative professionali per contribuire alla cura della famiglia;
- le condizioni personali di chi chiede l’assegno di matrimonio (età, stato di salute, capacità lavorativa etc..);
- la durata del vincolo matrimoniale.
Come si calcola l’assegno divorzile?
L’importo del contributo dell’assegno divorzile deve essere quantificato dal Tribunale tramite una verifica “in concreto” su i redditi di chi lo chiede. Varia in base al contributo che ha prestato alla realizzazione della vita familiare, tenendo conto anche del sacrificio delle aspettative professionali, avvenuto nel corso del matrimonio.
Da quando spetta l’assegno divorzile?
L’assegno divorzile si ha diritto dalla sentenza che ne riconosce il diritto a favore della moglie e/o del marito.
L’importo dell’assegno divorzile può essere modificato?
Esiste la possibilità di chiedere la modifica dell’assegno divorzile quando sorgono “giustificati motivi”.
Ad esempio della perdita definitiva del posto di lavoro da parte di chi versa l’assegno, oppure, se chi aveva diritto all’assegno divorzile ottiene un contratto stabile di lavoro.
Con che cadenza deve essere versato l’assegno divorzile?
L’assegno divorzile può essere periodico (una volta al mese) oppure una tantum (una volta sola per sempre).
Le parti quando divorziano possano decidere per il pagamento una somma in un’unica soluzione, anziché di un versamento periodico. Questo accordo deve essere sottoposto al giudizio del Tribunale, perché impedisce una richiesta futura.
L’assegno divorzile può essere revocato?
La legge prevede che il diritto all’assegno viene meno quando chi ne ha diritto si sposa di nuovo.
La recente giurisprudenza ha ritenuto che può essere causa della perdita dell’assegno anche l’instaurarsi di una convivenza di fatto, purché di natura stabile e duratura.