Come tutti sanno la legge impone ai genitori di mantenere i figli fino a quando non sono economicamente autosufficienti e i figli sono, dall’altra parte, tenuti ad impegnarsi nello studio o nella ricerca di un’occupazione lavorativa.
Ma che cosa succede se un figlio, dopo aver iniziato a lavorare, decide di tornare a studiare ed iscriversi all’università? Gli spetta comunque il mantenimento?
A tal proposito la Suprema Corte di Cassazione si è trovata a decidere sul particolare caso in cui una figlia, ormai maggiorenne, aveva deciso di iniziare un percorso universitario lasciando il lavoro che le garantiva l’indipendenza economica.
Il padre aveva chiesto al Tribunale di non versare più il mantenimento alla figlia, sostenendo che la stessa avrebbe potuto pagarsi gli studi da sola continuando a lavorare.
La Suprema Corte non ha però dato ragione a il padre.
La decisione della Suprema Corte è stata quella di ritenere che sia dovuto il mantenimento in quanto nell’erogazione bisogna tenere in considerazione molti fattori tra i quali:
- l’età del figlio,
- le sue aspirazioni
- l’impegno nella ricerca di occupazioni.
I giudici hanno osservato nel caso di specie che la figlia aveva deciso di cambiare strada poiché il lavoro che le garantiva l’indipendenza non soddisfava le sue aspirazioni di vita, che si era sempre impegnata per trovare una occupazione e che era giovane, quindi ancora in tempo per conseguire una laurea in grado di garantirle in futuro una occupazione conforme alle sue aspirazioni.
La Suprema Corte ha così deciso che i genitori sono obbligati a sostenere economicamente anche se decidono di tornare a a studiare dopo un periodo lavorativamente infruttuoso e insoddisfacente, dal momento che è compito costituzionalmente riconosciuto dei genitori impegnarsi e assecondare, per quanto possibile, le inclinazioni naturali e le aspirazioni del figlio, sostenendolo economicamente ove possibile.