La separazione con i figli maggiorenni si differenzia dalla separazione con i figli minorenni per alcuni aspetti importanti. Il raggiungimento della maggiore età fa venire meno alcuni obblighi, mentre altri continuando mantenersi. Anzitutto per quanto attiene al diritto di visita e al calendario dei giorni dei genitori con i figli.
Se per la separazione con i figli minori la maggior parte delle questioni e delle litigate di due ex coniugi riguarda proprio il tempo che gli stessi passano con i figli, per quella che riguarda i figli di maggiore età, questo discorso cambia.
Infatti, dal momento del compimento dei 18 anni ai figli non può più essere imposto un calendario con dei giorni da passare con i genitori, in quanto i ragazzi diventatati maggiorenni possono scegliere liberamente il tempo che vogliono dedicare ai genitori e con chi di essi vogliono vivere.
Inoltre, non è necessario che il giudice preveda a una regolamentazione del diritto di visita. Dunque, nel caso in cui siano stati presi dei provvedimenti quando i figli erano ancora minorenni su affidamento, collocamento e frequentazione dei genitori – figli, una volta raggiunta la maggiore età, le disposizioni del giudice o gli eventuali accordi presi si intendono revocate.
Il mantenimento dei figli maggiorenni
Ciò che non muta con il passaggio dei figli alla maggiore età, è l’obbligo per la madre e il padre di continuare a provvedere al mantenimento dei figli anche se maggiorenni. Infatti, con il raggiungimento della maggiore età non viene meno l’obbligo di mantenere i figli e continua fino a quando gli stessi non diventano economicamente autosufficienti.
Dunque, se i figli finito il liceo o la scuola dell’obbligo decidono di continuare a studiare e di frequentare l’università o corsi di formazione l’obbligo di mantenere i figli continua. Se poi, il figlio trova un’occupazione è importante che la retribuzione percepita sia idonea a garantire una vita dignitosa e la piena autonomia ed in relazione alle aspirazioni e al percorso di studi del figlio.
Quindi se il figlio di genitori separati o divorziati è impiegato in un lavoro poco remunerativo questo non significa che il genitore tenuto a versare il mantenimento perda l’obbligo. Questa regola, è bene evidenziare, non si applica se il figlio è un fannullone o un nulla facente, sta a casa sul divano e non studia e non lavora.
Se il figlio non si attiva positivamente alla ricerca di un’attività lavorativa che gli permette di guadagnare, il genitore che versa il mantenimento può chiedere al giudice la revoca del suo obbligo di mantenimento dimostrando però la sussistenza di offerte di lavoro (anche trovate dai genitori) e l’assenza di voglia di lavorare e di mettersi in gioco del figlio.
Altresì, i Tribunali hanno previsto che i genitori separati o divorziati non sono più obbligati al mantenimento se il figlio dopo il raggiungimento dell’autonomia economica e di una certa capacità lavorativa perde il posto di lavoro.
In conclusione, si può affermare con certezza che con il raggiungimento della maggiore età dei figli vengono meno le regole che riguardano i diritti di visita, di collocamento e di affidamento dei figli, mentre rimane per i genitori l’obbligo di mantenerli. Obbligo che non cessa automaticamente quando gli stessi raggiungono la maggiore età, ma può durare negli anni, secondo le circostanze che devono valutarsi caso per caso.